Sono una mamma

Ciao! sono la mamma di un ragazzino di 13 anni, purtroppo nato con una malformazione congenita al cuore(uni ventricolare).

Ciò che leggerete di seguito è la storia degli ultimi sei mesi del 2008. Questo vuole essere uno sfogo, ma soprattutto un aiuto per tutte quelle mamme che purtroppo si trovano a dover affrontare una situazione analoga.

Antonio,( questo il nome di mio figlio) nel mese di Giugno ha cominciato ad accusare dei disturbi allo stomaco, e lo si curava per questo disturbo ma senza nessun miglioramento anzi la sua situazione peggiorava. Siamo arrivati a Luglio, io e mio marito cominciavamo ad avere i primi sospetti di un qualcosa al cuore, quel cuore che tanto ci ha fatto penare sin dalla nascita. Partono le prime telefonate in ospedale per parlare con il cardiologo che ha sempre seguito Antonio. Ci dice le prime cose da fare, per essere certi che fosse veramente il cuore la causa di quei disturbi. Qualche giorno dopo ci risentiamo e ci dice che vuole vederlo il giorno dopo, ma non arriviamo a sera Antonio sta male gli manca l’aria. Lui stesso ci chiede di portarlo in ospedale, il suo viso è cupo sicuramente si stava chiedendo cosa gli stesse succedendo .Dopo la prima visita Antonio viene sottoposto ai primi esami, ma col passare delle ore la situazione non migliora. Affrontiamo la prima notte, sia io che lui non chiudiamo occhio,l’indomani Antonio viene visitato dal suo cardiologo alla quale è molto affezionato e da altri suoi colleghi .Dopo poco il suo dott. Ci chiama e le mie gambe cominciarono a tremare,mi sentivo che non doveva comunicarci niente di buono .Infatti dopo un breve silenzio e con gli sguardi che si incrociavano, ci disse dispiaciuto che Antonio doveva essere sottoposto a trapianto e nel più breve tempo possibile. La disperazione è piombata su di me mi sono aggrappata a mio marito in lacrime, Nell’attesa Antonio fu sottoposto a terapia e monitorato 24/24 h. e vederlo immobile in quel letto senza forze faceva venire un groppo alla gola. Lui cercava delle risposte da noi ma sia io che il papà cercavamo di tenerlo tranquillo dando delle risposte vaghe senza fargli capire la sua vera situazione. Ma non ci credeva, sentiva che c’era qualcosa di più,noi negavamo, ma, per quanto tempo?. Arrivammo ad Agosto faceva molto caldo, Antonio erano giorni che non scendeva dal letto non ci riusciva gli mancavano le forze e questo lo rendeva inquieto, in quei giorni di degenza ricevette molte visite fra parenti ed amici ma moralmente non cambiò molto, era sempre agitato gli dava fastidio tutto, in effetti fra tubicini fili e sudore non dovuto al caldo ma allo scompenso cardiaco,chiunque avrebbe dato i numeri .In quei giorni di Agosto molto lunghi, riuscivamo io e mio marito grazie a Federica ( la sorella di Antonio) a prenderci qualche minuto per un caffè e poter parlare sul da farsi,non immaginando che da lì a pochi giorni non ci sarebbe più stato tempo che per piangere e pregare. Era la mattina del 18 Agosto,mio marito preparava Antonio come sempre, quando improvvisamente lo sentì tirare un lungo respiro e poi più niente,lo chiamò lo scosse ma niente, chiamò subito le infermiere che tempestivamente accorsero e cominciarono le prime manovre di rianimazione,intanto arrivarono i medici dalla rianimazione,che lo trasportarono in terapia intensiva dove vi rimase per 40 giorni. Da quel giorno fu messo in lista d’attesa urgente, e ogni ora che passa si sperava che quella successiva fosse quella buona ma purtroppo non era così. Trascorsero quattro mesi, eravamo a casa perché Antonio desiderava trascorrere il Natale in famiglia, ma faceva fatica ogni movimento lo affaticava .Arrivò capodanno ci svegliammo quel primo giorno dell’anno nuovo con tanta speranza, e il giorno 7 alle ore 23 squillo il telefono, pensammo a tutto tranne che quella telefonata arrivava dagli ospedali riuniti di Bergamo centro trapianti, ci recammo nel più breve tempo possibile, Antonio aveva paura ma era felice, la sofferenza stava per finire. Appena giunti fummo accolti come in famiglia, ci fecero accomodare in una camera dove cominciarono a preparare Antonio. L’intervento iniziò alle ore 08,00 del 08 01 2009 e terminò alle 16,00 tutto bene, oggi Antonio ha una vita normalissima è felice e noi con lui. Ma la nostra storia non è finita, perché nel mentre la sorellina di Antonio, Federica si è ammalata di leucemia, una doppia battaglia da vincere, e la vinceremo. Un grande ringraziamento ai medici e alle infermiere della cardiologia pediatrica e allo staff medico infermieristico della terapia intensiva. Un saluto particolare va alla psicologa Milly che tanto ci ha sorretto nei momenti difficili. Ho cercato di sintetizzare il più possibile, ma la storia è molto lunga e toccante. Desidero dire che bisogna tenere duro, so benissimo che non è facile, ma bisogna farlo per l’amore che si ha per i propri figli,perché loro trovano in noi la forza e il coraggio per vincere questa dura battaglia.